LETTERA DI MANINI ANTONIO

TOANO 24/08/2006

Questo, se volete inserirlo, è il testo integrale della lettera pubblicata dal Carlino

 grazie dei complimenti e dell’attenzione . saluti    Antonio   Toano

    Questi  poveri “Bambi”

Visto l’interesse suscitato e lo spazio che, televisione e stampa hanno dedicato alla notizia dell’abbattimento dei caprioli, vorrei anch’io poter esprimere un mio parere e,  premetto, non disinteressato, essendo stato coinvolto con la mia motocicletta in un incidente stradale con un capriolo riportandone anche seri danni fisici .

Questi poveri caprioli, sicuramente non colpevoli dei disagi che provocano, sono stati introdotti (e ribadisco “stati introdotti ” ) nel nostro territorio nel quale tra l’altro, non c’erano mai stati e dove i nemici naturali sono, il traffico stradale e le barre falcianti dei trattori che durante il taglio dell’erba dei prati, feriscono o uccidono molti cuccioli .

Introdotti, senza chiedere niente a nessuno e senza una ragione logica che possa  portare vantaggio a chi vive e lavora nella nostra zona ; abbiamo già mille problemi ed una viabilità  ignobile, ci mancava solo di dover stare attenti agli animali che balzano in strada improvvisamente.

Esiste poi, e non a caso, l’ingiusta legge a tutela dei vari Enti, per la quale basta mettere un cartello stradale di pericolo ogni tanto, per essere fuori dalle responsabilità e non dovere risarcire i danni a chi transitando per le nostre strade, ha la sfortuna di non riuscire ad evitare questi animali .

Se succede ad un animale di un comune cittadino di causare un incidente o provocare danni in genere, cartello o non cartello, questi è dovuto a risponderne !!  

Ma la Legge non era uguale per tutti ??

Sull’utilità di questi animali poi, basta chiedere a buona parte della gente che vive qui ;  prima erano i cinghiali che provocavano danni alle colture, ora abbiamo anche i caprioli che, oltre a causare incidenti, stanno creando problemi alle “tagliate”dei boschi e piantagioni varie, cibandosi continuamente dei germogli delle piantine nuove, che, o seccano o impiegano molto tempo in più a crescere .  E sorvoliamo per motivi di spazio sul discorso zecche .

Fa inoltre riflettere, sentire i nostri anziani raccontare che quando un tempo, si portavano gli animali al pascolo, era proibito farli pascolare fuori dalle zone a loro destinate e nei boschi, specialmente se tagliati da poco; di questo se ne trova memoria anche in molti testi antichi, riportanti leggi e proclami che stabilivano pesanti punizioni, specie per chi pascolando capre e pecore, non rispettava i territori a questi destinati, sia per i danni alle piante, che per le malattie di cui questi animali sono portatori. I caprioli, come si evince dal nome sono capre selvatiche .

Adesso invece opinione pubblica e improvvisati ambientalisti ed ecologisti di città  motivati dai servizi del telegiornale, ma non in grado di distinguere una quercia da un castagno, insorgono sdegnati al massacro dei “Bambi” (che tra l’altro era un cerbiatto e non un capriolo) non  percependo che questo era esattamente il compito destinato a questi animali: creare un tipo di caccia d’elite, più remunerativa, ( fucili,cannocchiali e corsi per selettori) da una parte, e dall’altra, molto più emozionante dello sparare a lepri,  pernici e fagiani d’allevamento, liberati pochi giorni prima dell’inizio della caccia .

Gli antichi dicevano che quando non riesci a dare una spiegazione logica a qualcosa, chiediti “a chi giova” ma se vogliamo, possiamo ancora fare finta di credere che tutto questo, sia una bella, nobile e disinteressata iniziativa ambientale ed ecologica ?!

Sarò grato a quanti sono in grado di mettermi al corrente di più nobili ed utili motivi  che, io che vivo in zona, e vedo e vivo certe cose, non riesco a percepire .

 

Antonio Manini    TOANO  (RE)