SCUSATE, CI SIAMO ANCHE NOI

 

La situazione socio-economica attuale , in cui versa il nostro appennino , sembra non essere presa in considerazione da nessuno , ne da noi stessi e nemmeno dai nostri Sindaci , soliti a piangere miseria condizionati dai bilanci comunali , ma recidivi nel pretendere dalle istituzioni , un maggiore interesse per lo sviluppo della nostra zona.

L’agricoltura , punto trainante della nostra economia , è stata snaturata spingendo i nostri contadini a realizzare  aziende sempre più grandi , sempre più mirate alla quantità a discapito della qualità e   senza tenere conto che elevando le dimensioni della struttura aziendale aumentano di conseguenza spese e rischi di gestione e cosa più importante senza garanzie di tutela e salvaguardia per un prodotto , mal gestito e mal commercializzato come pochi . Tutto questo nel contesto di un mercato in cui sale la richiesta per prodotti tradizionali e biologici ; gestita in modo più umano e meno industriale, l’agricoltura si legherebbe meglio al turismo traendone entrambi un diretto profitto .

Le strade di collegamento con la pianura rimangono opere incompiute vedi Statale 64  oppure prive di manutenzione per lungo tempo, come nel vergognoso caso della strada Cerredolo Lugo , ignorando i pericoli che gravano su chi le utilizza  giornalmente per la necessità di recarsi al lavoro ed inoltre non sono sicuramente un incentivo per il turismo,da Reggio o Modena , Febbio è raggiungibile con lo stesso tempo in cui si va in Trentino, senza considerare che il Trentino offre una organizzazione e un’ accoglienza turistica  da noi inesistente . Noi montanari , troppo intenti ai nostri piccoli interessi , abbiamo però il dovere di fare un mea culpa ; non abbiamo iniziative e non abbiamo una cultura turistica … quante volte  durante i pochi giorni di Agosto in cui c’è la presenza di gente in villeggiatura sentiamo dire :  ”i andran ben a cà “… si … a casa ci andranno e purtroppo torneranno anche sempre meno .

Quelli che vengono principalmente lo fanno per un legame di origini che hanno con la nostra terra  ci sono poche attrattive, poca informazione ,i servizi sono inesistenti e noi stessi non conosciamo ne la nostra storia , ne il nostro territorio.

Ci stiamo ammucchiando tutti nei paesi più grandi e abbandoniamo le borgate , le attività commerciali dislocate lontano chiudono , i giovani tornano ad andarsene e sono sempre di più le case chiuse , i campi più piccoli stanno tornando bosco le carreggiate e i sentieri per raggiungerli spariscono e la cura del territorio non esiste più .

I prodotti naturali , come le castagne e i funghi , sono in balìa di orde di cercatori, molti di essi provenienti dalla pianura e che, come spesso accade, vengono solo per prendere, portando in cambio, poco o niente all’economia locale . D’altra parte, le castagne le abbiamo abbandonate noi stessi e così anche la cura dei castagneti , ma li ricordate i castagneti puliti e con i loro metati ?

Non potrebbero essere una attrattiva ed una risorsa turistica ?

L’iniziativa più importante avvenuta, è quella della creazione del Parco , un parco gestito e destinato per diventare il giardino delle città della pianura , senza considerare chi vive in questo territorio .

Per capire dove e cosa è il Parco di cui ci si fa belli , dobbiamo cercare dati su qualche cartina geografica specifica , per il resto non ci siamo accorti di niente, tranne che per qualche vincolo e qualche divieto in più ; avete visto miglioramenti ambientali o economici rilevanti? 

Invece di cercare un giusto equilibrio di sviluppo e cura del territorio che coinvolgesse le istituzioni ,l’economia e le genti locali,è stata imposta, senza fare nulla di concreto, la definizione Parco ad un bel  territorio,che però era già così  per merito , o colpa, comunque si voglia, della gente che ci vive e che ci ha vissuto e che non si sognerebbe mai di distruggerlo . Non esistono  leggi , regole o guardiani adatti o preposti  per insegnare l’amore per la propria terra .